Un alfabeto in movimento
Prendi due pezzi di gommapiuma. Osservali, toccali, giocaci, diventa loro amico. Sembra strano, ma ti assicuro che funziona. Fidati.
Ti divertirai e avrai tante storie da raccontare.
Magari poi farai con loro il giro del mondo, conoscerai un sacco di persone interessanti, diventerai un maestro.
È già successo a un signore spagnolo.
Si chiama Jordi Bertran. È un uomo gentile. L’ho incontrato anni fa in un teatro di Atene, dopo aver visto il suo spettacolo. Tutto giocato con dei pezzi di gommapiuma, appunto.
Ci sono andata con una mia amica burattinaia, stavamo lavorando insieme e lei mi regalò questo momento speciale. Ne sapevo già qualcosa. Di gommapiuma, teatro d’oggetti e cose così.
Ma quando le luci si spensero capii che stavo entrando in un mondo speciale, dove tutto poteva succedere e niente poi sarebbe tornato normale.
Da allora quando vedo le lettere mi scappa da ridere. Perché le ho conosciute staccate dai confini rigidi del foglio o di un libro. Amo leggere, ma da quella sera ancora di più. Perché ho visto un’altra dimensione, ho visto l’emozione dell’alfabeto. Una C si arrabbia di brutto. Una M piange. La T è scappata. La A ha una fame da lupo.
Poèmes visuals, lo spettacolo, è un po’ così e tanto tanto di più. Ci sono lettere buffe che diventano altro. Senza le solite parole, qui non servono. La musica è dal vivo e quando inizi a guardare non ti puoi più staccare.
Dammi una T, dammi una E, dammi una Y o una U. Metti anche un bravo chitarrista in scena, disposto a farsi comandare a bacchetta da un omino stilizzato alto trenta centimetri e ti assicuro che cominci a ridere e ridere e ridere e non ti fermi più.
Si dice che per imparare qualcosa si debba partire dall’abbiccì e qui ne abbiamo la prova presente.
Ispirato all’opera del poeta catalano Joan Brossa, lo spettacolo usa la scusa di un pasticcio nell’alfabeto per portare un ordine diverso, nuovo, inaspettato.
Se Pinocchio avesse avuto tra le mani un abbecedario così, non lo avrebbe certo venduto per andare a vedere lo spettacolo di burattini. Perché ce li aveva già, tra le pagine.
Ma certo, ci volevano il signor Bertran e la sua Compagnia per trasformare la noia di segni convenzionali in personaggi scanzonati e irriverenti: la ballerina, il trapezista, i piccoli pasticcioni tutti aggrovigliati.
Il video è un piccolo esempio di quello che ti aspetta se capiti dentro uno spettacolo così. Chiedi a un amico grande, alla mamma, al papà, a un insegnante di curiosare con te su YouTube. Ci sono altri episodi, altri momenti per farti venire la voglia.
Di giocare con due pezzi di gommapiuma. O di andare a teatro, appena si può.
(Michela Merazzi)
Per vedere lo spettacolo di Jordi Bertran, Le petit bonhomme en mousse, cliccate sulle parole evidenziate nell'articolo.