Simone Frasca, professione illustra-autore
Carta d’identità
Nome e Cognome: Simone Frasca
Età: Sono nato a Firenze, qualche anno dopo la fine del Rinascimento.
Che bambino eri da piccolo?
Ero un bambino introverso, divoratore di libri e fumetti e allo stesso tempo, dal momento che la mia famiglia si è trasferita in campagna, innamorato della vita all’aria aperta. Dopo i primi anni a Firenze, ho passato il resto dell’infanzia in una casa persa nelle colline pistoiesi, adiacente a una casa colonica dove ancora vivevano e lavoravano contadini veri. Non Banderas per intenderci. In quel periodo da bambino di città mi sono trasformato in una specie di Pippo Calzelunghe: camminavo a piedi nudi nei campi, facevo grandi viaggi in trattore, vendemmiavo, mi rotolavo nel fieno e seguivo il mio mentore, un contadino di nome Raffaello, dappertutto, anche a caccia.
In realtà a caccia l’ho seguito solo una volta, poi ho inavvertitamente pigiato il grilletto del fucile rischiando di accopparlo e Raffaello non mi ha più portato con sè. Meglio così.
Mi piaceva stranamente disegnare, in particolare fumetti. Facevo merenda con thè e pane, burro e acciughe. E adoravo le storie di paura di Edgard Allan Poe che raccattavo nella biblioteca dei miei genitori (e con cui piu’ tardi terrorizzavo le mie sorelle all’ora di cena). Qualsiasi riferimento al mio libro piu’ conosciuto, Bruno lo zozzo, è puramente intenzionale.
Ruolo nel mondo editoriale?
Sono autore e illustratore di libri per bambini per Mondadori, Piemme, Giunti, Gribaudo.
Da quanti anni ne fai parte?
Il mio primo libro come autore è Bruno lo zozzo, uscito nel 1995 per il Battello a Vapore, Piemme. Da allora ho scritto e illustrato un bel po’ di libri, alcuni che guardo ancora con piacere, altri la cui vista mi procura spasmi di dolore.
Qual è il tuo contributo?
Ecco, questa è una domanda che mi mette in imbarazzo. Non lo so. Credo di scrivere storie divertenti, “feroci” le ha definite Andrea Rauch, e quando ci riesco, poco convenzionali: bambini che amano sporcarsi e hanno come amico invisibile un maiale, lupi mannari che mangiano fatine dei denti e che per espiare il misfatto, diventano fati mannari, gonna compresa; bambini allergici ai draghi e bambine paurose che scrivono una lista delle loro paure…
Ami il tuo lavoro?
Lo amo certo, non c’è altra spiegazione: perché altrimenti non lo praticherei con gioia anche a ore in cui i comuni mortali sono a letto da un pezzo? Comunque è anche l’unica cosa che so fare, a parte il contadino, s’intende. A proposito di lavoro, lo sai Echino che sta uscendo in edicola La storia d’Italia per bambini, edita da Mondadori, scritta dalla mia amica e socia Sara Marconi (I Mitici Sei/ Agenzia Enigmi) e illustrata dal sottoscritto? E’ un progetto importante con cui racconteremo la storia del nostro paese ai bambini delle elementari ma anche ai loro genitori, in modo divertente e coinvolgente. A febbraio invece, sempre per Mondadori ma in libreria, uscirà il mio nuovo libro: Paco, cuor di porcello e i minuscoli mostri. Un libro buffo dove troverai mostri enormi ma anche mostri minuscoli, praticamente invisibili che sono altrettanto pericolosi.
Lo consiglieresti ad altri? Perché?
Ah ecco, lo sapevo Echino che me lo avresti chiesto. Diciamo che è un lavoro molto bello che consiglio solo a chi veramente non può farne a meno. Richiede molta tenacia perché è un lavoro difficile, spesso solitario, che a volte scorre copioso, mentre altre volte sparisce come un fiume sotterraneo. Nel secondo caso conviene munirsi di una bacchetta da rabdomante per ritrovarlo.
Consigli pratici e filosofici per chi vorrebbe farne parte?
Primo consiglio pratico: questo mestiere porta a isolarsi. Quindi va combattuto con la compagnia. Il confronto con chi ha i tuoi stessi problemi (tecnici o filosofici) aiuta moltissimo, specialmente in periodi complicati come questo. Staccare dal disegno che non riesci a fare e andare a prendere un caffè con un amico a volte è risolutivo. Altre volte no, però nel frattempo hai preso un caffè e hai parlato con un amico. Da quando faccio l’illustra-autore sono sempre stato in studio con altre persone, salvo un periodo in cui lavoravo in casa e che ricordo con orrore. Secondo consiglio: praticate la curiosità asistematica. leggete di tutto (anche il manuale della caldaia può essere una fonte di ispirazione), andate al cinema, vedetevi mostre, musei, fiere del libro, scantinati, parcheggi, città lontane dove parlano diverso senza per questo pensare che tutte queste informazioni vi porteranno idee nuove. Lo faranno, probabilmente, ma di nascosto, quando meno ve lo aspettate. Terzo consiglio: non mollate, a meno che non ereditiate il castello di quel vostro zio scozzese. Che però sarà pieno di fantasmi e vi darà un sacco di idee per i vostri prossimi libri. Non se ne esce.
Dove ti si può trovare in rete?
Ho una pagina fb, un sito e una pagina instagram. Ho anche una pagina Linkedin che cedo volentieri al miglior offerente perché non me ne faccio niente Cercando su internet si trovano anche video dei miei incontri nelle scuole e biblioteche e illustrazioni varie. Se invece mi vedete vestito da calciatore, trattasi di un mio omonimo, molto bravo anche.
https://www.instagram.com/simonefrascaillustratore/?hl=it
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https://www.linkedin.com/in/simonefrasca/
Sei disponibile per incontri con scuole, librerie o biblioteche? Come ti si può contattare?
Certo: vado da anni in giro per le scuole e per i festival di tutta Italia. Disegno molto velocemente, di conseguenza i miei incontri sono di parole e di immagini. Racconto i segreti delle mie storie, disegno sui miei personaggi, coinvolgo i bambini.
Essendo autore e illustratore posso mostrare ai bambini le varie fasi della nascita di un libro: dall’idea alla sua realizzazione, passando attraverso tutte le fasi della costruzione del testo e delle immagini.
Quello che propongo non è in sintesi un incontro “classico” fatto di domande e risposte ma un gioco di storie e disegni per avvicinare allegramente i bambini alla lettura.
Per contattarmi, basta scrivere a info@simonefrasca.it