Le ridicole "scuse" di un deputato sessista
Martedì 21 luglio il rappresentante repubblicano Ted Yoho si è avvicinato alla collega Ocasio-Cortez, la più giovane deputata della storia americana, sui gradini del Campidoglio, a Washington, definendola "disgustosa", "pazza" e appellandola con quel termine che non voglio neanche ripetere con cui si indicano le donne che vengono prostituite. Il giorno dopo, lo stesso Yoho si è, secondo lui, scusato pubblicamente in aula con la collega, dicendo, fra l'altro, di avere una moglie e due figlie, volendo così lasciar intendere che lui prova rispetto per le donne.
Lei ha pronunciato un discorso divenuto in breve tempo virale sui social: “Yoho ha affermato di avere una moglie e due figlie. Ho due anni meno della figlia più giovane del signor Yoho. Anch’io sono la figlia di qualcuno. Mio padre, per fortuna, non è vivo per vedere come il signor Yoho ha trattato sua figlia. Mia madre ha visto in tv la mancanza di rispetto manifestata dal signor Yoho in questo palazzo. E sono qui perché devo mostrare ai miei genitori che sono loro figlia e che non mi hanno cresciuta affinché accettassi abusi dagli uomini”.
Lei è stata grandiosa. Lui si è comportato come un meschino piccolo uomo. Sono detestabili gli uomini che dopo aver detto cose orribilmente sessiste poi si trincerano dietro la madre o la figlia o la moglie. La loro esistenza renderebbe, secondo loro, impossibile l’essere sessisti. Secondo la loro piccola mente se si ha una una figlia o una moglie non si può essere sessisti. Forse dimenticano che ci sono uomini che le uccidono le mogli o le insultano o le picchiano, spesso appellandole con uno dei tanti sinonimi che indicano una donna che vende il proprio corpo. In realtà sono detestabili tutti gli uomini sessisti.
Dobbiamo riflettere molto anche sul fatto che continuamente le donne in politica vengono insultate usando questi termini che nulla hanno a che fare con le loro idee politiche. Fa parte della politica esprimere giudizi negativi verso colleghi e colleghe, ma con gli uomini si usano parole che non hanno a che fare con la sfera della sessualità, con le donne sì. Questo dipende anche dal fatto che non esistono parole dispregiative per indicare un uomo che compra il sesso. L'unica parola che si usa è cliente che però non ha una accezione negativa. Io preferisco usare il termine prostitutore, perchè nessuna donna venderebbe mai il proprio corpo se non ci fossero uomini disposti a comprarlo e in questo modo si rende anche chiaro che una donna che si vende lo fa per bisogno, un uomo che la compra lo fa per un insano senso di possesso.
Ecco qui il discorso integrale della deputata, che potete ascoltare se siete abbastanza brave/i in inglese oppure potete leggere i sottotitoli:
Donatella Caione, 25 luglio 2020