C'era una volta...
Si può dire che c'era una strada buia, ma come sono buie adesso le strade di città.
Lungo la strada qualcuno camminava: un uomo, una donna, una bambina e un grosso cucciolo del colore del miele.
Chiacchieravano, scherzavano, ridevano.
Nella via solo l’eco dei loro passi.
Stavano per arrivare al cancello di casa, quando la bambina, forse presa da un presentimento, si voltò indietro.
- Mamma, mamma guarda!!
La mamma si girò e vide, appiattito al suolo un cagnetto bianco e nero, baffetti, barbetta e occhi grandi e luminosi, allagati di paura.
Si avvicinò piano al piccolo che aveva la sua codina stretta tra le zampe e umida della pipì che non poteva trattenere, al pensiero di ciò che gli sarebbe potuto accadere, ma lui non scappò, chissà...il suo fiuto forse gli diceva che da questi esseri umani non aveva niente da temere.
Una spedizione partì per andare a prendere acqua e cibo per quella che, nel frattempo, aveva svelato di essere una cagnetta.
Pian piano lei si avvicinò alle mani della bimba e della donna che le offrivano cibo e carezze, timidamente, con il suo codino sempre ben stretto tra le zampe.
La bambina chiedeva di portarla con loro, ma il papà non riusciva a dire di sì: c’erano già altri animali in casa. La mamma era stretta in una morsa, tra il suo istinto, uguale a quello di sua figlia, di portare la cagnetta con sé e la perplessità del marito.
Vinse l’istinto!!!
E così, una nuova sorellina si aggiunse all’altra cucciola di casa e al gatto.
I ragazzi scelsero il nome per lei: Angie.
Tempo una settimana ed Angie vinse le sue paure, aveva trovato una famiglia nella quale nessuno la trattava come l’ultima arrivata e lei, tirato fuori il suo codino, lo agitava per dimostrare a tutti quanto li amasse.
Lo so, voi direte, tutte le fiabe finiscono bene...ma non questa.
Un giorno Angie si ammalò ed in breve tutti seppero che per lei c’erano poche speranze.
La bambina piangeva e qualche volta lo faceva di nascosto, perchè la sua mamma era disperata e trascorreva ore vicino al cesto dove Angie, ormai stremata, aveva solo il conforto di quella mamma che stava tentando di tutto, nella speranza di tenerla con sé.
Ma era troppo stanca ed una mattina di febbraio se ne andò, in silenzio com’era arrivata.
Da lì, dov’era ora, guardava la mamma che si disperava ed avrebbe voluto che lei vedesse che stava scodinzolando, ormai libera da tutto il dolore delle ultime settimane.
Ma la mamma non poteva vederla: i suoi occhi erano troppo pieni di pianto.
Una sera, Angie, da lassù dov’era, vide in giardino la mamma, la bambina e la cagnetta sua sorella.
La mamma, accarezzando la testa della sua sorellina, scoppiò in un pianto irrefrenabile: aveva il cuore pieno dell’assenza di Angie e non riusciva a tenerlo nascosto. Angie avrebbe voluto farsi vedere, dirle: - Mamma guardami, sono qui, sto bene adesso!
E, mentalmente chiese aiuto alla bambina.
La bambina si strinse forte alla mamma e disse:
- Mamma, guarda, ci sono tante stelle stasera. Guardale, mamma, cerca la più luminosa. L’hai trovata?
La mamma alzò lo sguardo ed annuì, l’aveva trovata.
- E dimmi, mamma, cosa vedi? - aggiunse la bambina.
La mamma guardò di nuovo su, poi si stropicciò gli occhi e ancora rivolse in alto il suo sguardo, poi scoppiò a ridere.
La bambina l’abbracciò forte.
- Hai visto, mamma, ci sono anche stelle che scodinzolano.
Ciao, Angie, pensò la mamma, ora so che stai bene.
Ed Angie, finalmente serena, andò a correre per altri prati.