C'era una volta una lucciola di nome Lucilla.
Una sera uscì a fare una passeggiata fra l'erba. I peli del suo corpicino erano accarezzati dal vento, mentre sulle sue ali, trasparenti e in apparenza fragili come carta velina, brillavano di mille riflessi gli ultimi raggi del sole.
Volando, arrivò ad un bellissimo fiore, una rosellina bianca. Da lì ammirò il tramonto. Poi riprese la sua passeggiata. Incontrò il suo amico Edo, un piccolo ragnetto peloso di colore nero. Allora i due si salutarono e Lucilla disse:
Ciao Edo, come stai? -
Ciao Lucilla! Bene grazie, e vedo lo stesso anche per te! -
Sì, è vero. -
Mi dispiace, ma fra poco devo andare, perché sta cominciando a venire freddo e buio… -
Ah, ma tu non hai tutto quel pelo addosso che ti riscalda? -
No, purtroppo. Devo ancora mettere la pelliccia invernale! -
Capisco… ma tu non sei fra quegli animali che vedono anche al buio? -
Boh, chi lo sa!? La mia mamma però vuole che sia a casa per cena… A proposito, eccola laggiù che mi chiama. Ciao Lucilla! -
Ciao Edo! -
E i due amici si divisero. Lucilla riprese la sua passeggiata e, fatto il giro del giardino, si posò stanca su un fiorellino. Quando però si alzò, una volta che ebbe ripreso le forze, si accorse che era già buio pesto e che non riusciva più a tornare a casa. Allora si spaventò e si mise a piangere. In quel momento passò un piccolo grillo che probabilmente stava tornando dai suoi simili con un’evidente fretta. Ad un certo punto si fermò e salutò educatamente, ma quasi obbligato, Lucilla, che ricambiò con un movimento del musetto. Poi le chiese:
Perché piangi? -
Perché mi sono persa e non trovo più la strada da cui sono arrivata. -
Davvero? Anch'io mi sono perso. Cioè, io dovrei essere sulla strada giusta , ma stasera ho dimenticato i miei occhiali a casa e ho un po' paura di andare a sbattere contro qualche ramo. Sai, oggi devo andare a fare il canto serale con i miei amici... e sono già in ritardo!!! Mi potresti dare una mano? -
Oh, mi dispiace per te, ma non posso aiutarti purtroppo… -
Ma come no? Ma non sei una lucciola? Dovresti saperti accendere ormai, o no? -
Lucilla tacque per qualche istante. Ma certo, come aveva fatto a non pensarci?! Poteva illuminare tutto quando voleva. In quel momento le venne però in mente perché se ne era dimenticata. Non ne era capace. Non era mai uscita da sola e non si era mai posto il problema dell'assenza di luce.
No, no, davvero. Non sono in grado di aiutarti… -
Oh, capisco... allora ciao, grazie comunque. -
Essa vide che il piccolo grillo si allontanava saltellando goffamente, e si intristì ancora di più quando lo vide cadere rovinosamente a terra. Poi si alzò, si tolse di dosso un po' di polvere e infine sparì dalla sua vista.
Qualche istante dopo, la nuvola che aveva oscurato il cielo fino a quel momento scomparve e la piccola lucciola vide le stelle, piccoli puntini luminosi che illuminano sia il cielo sia i cuori. E si ricordò della lezione di quel giorno:
"Quando dovrete illuminarvi per la prima volta sentirete dentro di voi una forza nuova, generata dall'ultima cosa che vi è successa. In questo le emozioni sono fondamentali. Quando sarete pronti e sentirete quella forza, succederà. Ricordate quello che vi ho detto per il futuro. Potrà sempre servirvi."
Lucilla guardò di nuovo le stelle. Le emozioni sono fondamentali… Le venne in mente di nuovo il piccolo Grillo che andava via deluso, e lì capì. Voleva aiutarlo. Doveva aiutarlo. Poteva aiutarlo. La forza di cui aveva parlato la professoressa la invase completamente, ma, a differenza di quello che credeva non successe niente. Anzi, sembrava che non succedesse niente. Improvvisamente una lucina fievole apparve su di lei, che diventò ben presto potente. La tristezza per la delusione del piccolo grillo e la possibilità di rimediare, seppur con impegno, era l'emozione che le serviva per sprigionare quella luce che, pur invisibile, era sempre stata dentro di lei. Lucilla era contentissima e volava allegramente. Le emozioni sono fondamentali… Il grillino! Doveva aiutarlo! Lei partì alla sua ricerca e lo trovò seduto sul prato, con la faccia sconsolata, come se si fosse rassegnato ad aspettare la luce del giorno per tornare a casa. Quando la vide si riempì di speranza, ma anche di un’altra emozione che non avrebbe saputo decifrare. Lucilla gli chiese scusa e lui balbettò un grazie, Poi andarono insieme alla dimora del piccolo grillo. Quando ci arrivarono, il canto serale era già finito, ma c’erano due grilli adulti ad aspettare.
Mamma, papà!!! -
Dove sei stato? Ci hai fatto venire l’ansia! -
Mi ero perso. Poi lei... aspetta, come ti chiami? -
Ah, già, non mi sono ancora presentata: sono Lucilla. E tu? -
Io sono Pippo, Ip per gli amici. -
Grazie per averci riportato nostro figlio. Sai, abbiamo cenato già da un pezzo, i tuoi nonni non sono potuti restare ad aspettarti e sono andati via da un’ora ormai…Ti sei perso anche lo spettacolino di magia che ha fatto tuo padre! -
Quale spettacolino??? - chiese Lucilla.
Ma quello per il compleanno di Ip, è ovvio. Ah, non lo sapevi? Lui doveva festeggiare con i suoi parenti stasera. -
Ah, allora auguri! Ma… Ip mi aveva detto che avrebbe dovuto andare a cantare con i suoi amici stasera… -
Intendi al canto serale? Ma figuriamoci!!! Ip è troppo piccolo per andarci. E’ solo per gli adulti. Non esce neanche la sera... a parte oggi che l’abbiamo mandato in posta per spedire una lettera. Il mio biscottino ha ancora bisogno di crescere, vero?! -
Mamma!!! Bè, comunque ti ho detto questa piccola bugia perchè pensavo che mi avresti preso in giro per la mia scarsa indipendenza… Non sono molto apprezzato e non ho molti amici… -
Quindi si vede che sarò la prima! -
Davvero?! Domani vieni a casa mia a giocare? Se vuoi… -
Ok, va bene. A domani allora! -
A domani! E grazie ancora! -
Lucilla tornò a casa. Quando finalmente si distese nel suo lettino, si mise ad osservare le stelle che le avevano portato fortuna fino a quel momento. Si chiese anche quale emozione le avesse fatte accendere. Poi si addormentò.
Io a questa domanda posso rispondervi in un modo, voi in un altro, un vostro amico in un altro modo ancora. Magari un giorno, chi lo sa, qualcuno scoprirà la realtà in questo mistero, però probabilmente non sarà mai affascinante quanto le storie che ci inventeremo in attesa di questa scoperta. Inoltre, cosa sarebbe l’universo senza qualche suo piccolo segreto? O no?
Di Alberti Giani Giulia.