“I cuscini magici”
di Evghenios Trivizàas
illustrazioni di Noemi Vola
Camelozampa, 2019
(7 – 8 anni)
Uranopoli, il regno di Arraffone I, è veramente brutto: non si può singhiozzare, non ci si può divertire, non esistono le domeniche, i luna park e i parchi gioco sono chiusi, e non si festeggiano i compleanni. Insomma, ci sono delle leggi assurde, ma non sono tutte qui, Arraffone I ne inventa continuamente di nuove (e le scrive con la sua penna nera), così i poveri sudditi finiscono sempre per trasgredirne qualcuna.
Però c’è una cosa che Arraffone I proprio non capisce: perché i suoi sudditi non lo amano?
Ma è ovvio (suggerisce il capomago del palazzo), non lo amano perché “sognano”. Quando i sudditi sognano sono pericolosi e non amano più il loro re!
Ma come si impedisce ai sudditi di sognare? Mettendo un tassametro sui sogni? Pronunciando un editto onirico? No, i sogni non si possono controllare… o forse sì?
Quando ci sono le cattive intenzioni una soluzione si trova sempre.
Così il capomago del palazzo (che si chiama Rettilio Richelieu) progetta un cuscino che blocca i sogni, provocando terribili incubi (grazie al quale si guadagna la Medaglia delle Scoperte Diaboliche).
Con l’obbligatoria sostituzione dei cuscini (prodotti in grandi quantità) ovviamente la vita a Uranopoli diventa triste e grigia. Fino a quando un maestro sente un discorso fra due guardie e scopre il segreto dei cuscini che non lasciano sognare e ne parla con la sua classe, e da quel momento scatta la contromossa: se Arraffone I ha creato dei cuscini ripieni di tutte le cose più brutte del mondo, forse si possono creare dei contro-cuscini ripieni di tutto ciò che è bello.
Ovviamente i contro-cuscini sono tutta un’altra cosa…
Un libro che spiega con estrema semplicità cosa accade durante una dittatura: le persone costrette ad obbedire a regole assurde smettono di sognare, e quando le persone non sognano non vivono e silenziosamente accettano regole assurde. Un cerchio dal quale non si esce, fino a quando un sognatore (poi due, poi tre…) non riporta la luce in un mondo senza lampadine.
In questa storia viene usata la metafora dei cuscini che inghiottono i sogni degli abitanti di Uranopoli, ma i sogni non si possono imbrigliare, trovano sempre il modo di emergere (in questo caso vengono creati dei contro-cuscini). E non a caso i sognatori -come spesso avviene- sono un maestro e i suoi ragazzi: delle menti aperte e propositive, non ancora del tutto inquinate dalla dittatura.
Un’opera con tante chiavi di lettura che invita a non smettere di sognare.
H!
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