Diritto all'Istruzione
Il diritto all'istruzione per tutti i bambini e le bambine è sancito da gli articoli 28 e 29 della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia che fu approvata il 20 novembre 1989.
L’art. 28, difatti, enuclea quali sono le azioni che tutti gli Stati firmatari della Convenzione si impegnano a compiere al fine di garantire il godimento di questo diritto, quali:
“a) rendere l’insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti;
b) incoraggiare l’organizzazione di varie forme di insegnamento secondario sia generale che professionale, che saranno aperte e accessibili a ogni fanciullo, e adottare misure adeguate come la gratuità dell’insegnamento e l’offerta di una sovvenzione finanziaria in caso di necessità;
c) garantire a tutti l’accesso all’insegnamento superiore con ogni mezzo appropriato, in funzione delle capacità di ognuno;
d) fare in modo che l’informazione e l’orientamento scolastico e professionale siano aperti ed accessibili a ogni fanciullo;
e) adottare misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola”.
L’art. 29, invece, precisa le finalità che l’educazione deve perseguire: favorire lo sviluppo della personalità del fanciullo nonché lo sviluppo delle sue facoltà e potenzialità, sviluppare nel fanciullo il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, sviluppare nel fanciullo il rispetto dei suoi genitori, della sua identità, della sua lingua e dei suoi valori culturali, nonché il rispetto dei valori nazionali del paese nel quale vive, del paese di cui può essere originario e delle civiltà diverse dalla sua, preparare il fanciullo ad assumere le responsabilità della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi e delle persone di origine autoctona, sviluppare nel fanciullo il rispetto dell’ambiente naturale.
Il diritto all'istruzione è sicuramente da considerare uno dei diritti fondamentali di ogni età. Per questo motivo è riconosciuto da innumerevoli altri trattati nazionali e transnazionali, a cominciare dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell'Umanità. Tra le Convenzioni regionali, il riconoscimento del diritto all’istruzione è previsto anche dal Protocollo alla Convenzione americana dei diritti dell’uomo relativo ai diritti economici, sociali e culturali del 1988 e dalla Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli del 1981 (art. 17). Diversi sono stati i trattati dell'Unione Europea, di cui l'ultimo è la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (o carta di Nizza) del 7 dicembre 2000.
Il diritto all'istruzione, come si può comprendere leggendo gli articoli, è strettamente collegato al diritto di non essere discriminati/e.
Il cammino di questo diritto è ancora tutto in salita: secondo le ultime stime UNICEF del 2010, infatti, oltre centoventi milioni di bambini in età scolare non frequentano la scuola. Si stima che, in tutto il mondo, circa 617 milioni di bambini e adolescenti non sappiano leggere, scrivere né svolgere le più elementari operazioni matematiche. I bambini (età compresa tra i 6 e gli 11 anni) che si trovano in queste condizioni sono 387 milioni. In questi numeri è enorme l'incidenza delle bambine che pagano più dei bambini perchè su di loro agisce anche la discriminazione di genere.
Ciò ha portato la giovane Malala a dire: “Lasciateci ingaggiare dunque una lotta globale contro l’analfabetismo, la povertà e il terrorismo e lasciateci prendere in mano libri e penne. Queste sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un maestro, una penna e un libro possono fare la differenza e cambiare il mondo. L’istruzione è la sola soluzione ai mali del mondo. L’istruzione potrà salvare il mondo.”
Anche il diritto all'istruzione come tanti altri diritti può essere "letto" sia in chiave di differenze fra Paesi che di differenze all'interno del nostro Paese. In questo momento preoccupa in particolare che possa essere leso il diritto all'istruzione di bambine e bambini, ragazze e ragazzi non tanto a causa della Didattica a Distanza in sè ma a causa delle difficoltà che la Didattica a Distanza comporta per coloro che non hanno un computer o un tablet o uno smartphone o non possono usufruire di Adsl sia per problemi economici sia perchè vivono in campagna dove non c'è neanche la possibilità di avere una Adsl. Questi ultimi sono nella maggior parte dei casi coloro che più hanno bisogno di essere seguiti e sostenuti. Ma pensiamo anche alle famiglie in cui un solo computer o anche due devono essere condivisi negli stessi orari per il lavoro da casa dei genitori e per la didattica a distanza dei figli. Dunque è importantissimo oggi più che mai impegnarsi per il rispetto del Diritto all'Istruzione.
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Donatella Caione