
Gironzolando per l'Europa, si incontrano tanti amici e si chiacchiera, ci si confronta, si scambiano idee e pensieri. Con la bellissima famiglia belga/turca di Jean Pierre e Yeter è stato inevitabile parlare anche di scuola, dal momento che hanno due meravigliosi figli. E nella convivenza pacifica delle due religioni, che compongono questo nucleo famigliare, è normale anche discutere di educazione e di scuola, pure perché io sono fissato su questi argomenti, lo avete intuito vero?
In Belgio accade che i genitori possano scegliere tra l'ora di religione cattolica, quella musulmana e l'ora di morale. Il mio amico Jean Pierre dice: Mi sembra così brutto il fatto di dividere i bambini fin da piccoli e di indottrinarli dentro una religione. E poi la nostra famiglia è mista, per noi non c'è stato nemmeno il pensiero di dove iscriverli, l'ora di morale era la più consona, sceglieranno loro, una volta diventati grandi quale fede abbracciare, in quale dio credere.
Mi si è illuminata una lampadina nella testa. Trovo l'ora di morale così bella, così democratica, così intelligente, così logica, così utile, anzi... così indispensabile! Perché non possiamo pensarci anche noi italiani? Sono assolutamente d'accordo con il mio amico! Perché la scuola deve dividere i bambini? Non dovrebbe invece unirli? Che senso ha l'ora di religione, che chi non la fa, poi deve seguire attività alternative. Che senso ha allontanare alcuni bambini perché i genitori sono atei o professano altre religioni? Ma soprattutto, che senso ha che sia la scuola a farlo? Non sarebbe fantastico avere l'ora di morale anche da noi? Tutti insieme, impariamo cosa è bene e cosa è male nella civiltà in cui viviamo e non perché ce lo dice questo o quell'altro dio, ma perché viviamo in una comunità di persone e le azioni giuste o sbagliate valgono per tutti, o sbaglio? E poi i bambini hanno tutto il tempo per crescere e decidere. A casa hanno comunque dei genitori che, se credono, trasmettono le proprie convinzioni. E nelle varie comunità esistono già persone che si occupano dell'educazione religiosa dei bambini. So che qualcuno non sarà d'accordo, ma io nelle scuole abolirei qualsiasi ora di religione e la sostituirei con l'ora di morale. Lo diceva anche John Lennon: Immagine... nothing to kill or die for, and no religion too!
Commenti
Io non sono molto d'accordo.
Io non sono molto d'accordo. Mi spiego: tutti abbiamo bisogno del trascendente, i bambini ancora di più (parlo per esperienza), quindi se un genitore abdica dall'essere testimone del suo credo per delegare all'ora di morale ciò che dovrebbe insegnare lui, allora penso che neppure il genitore sappia realmente in cui crede e quindi non riesce ad essere di esempio. Inoltre la libertà che si pensa di dare ai figli piccoli, lasciando che scelgano quando saranno più grandi, è un concetto falso, perché si è liberi solo se si conosce, quindi non conoscendo il credo dei genitori, il bimbo non può certo discernere e scegliere.
Echino, tu dici "Trovo l'ora di morale così bella, così democratica, così intelligente, così logica, così utile", io aggiungerei così tanto da Pantheon! Quindi troppo comoda! La vedo come le nostre strade: sempre con dei rappezzi.
Aggiungi poi che "nelle comunità c'è già chi si occupa dell'educazione religiosa dei bambini", vero, tuttavia non sempre frequentata(vogliamo vedere perché?), discorso che meriterebbe mooolto approfondimento.
Concludo riaffermando un concetto: se ci fosse un più vero interesse e del vero coraggio da parte dei genitori nel conoscere la propria fede, e con essa tutti i principi a partire dal rispetto, dall'onestà, ecc ecc, ebbene, non ci sarebbe neppure la necessità di pensare ad un'eventuale ora di morale.
Grazie per gli argomenti che sollevi! ;)
Cara Giovanna
Io penso che per spiegare il propro credo i genitori cattolici portino i bambini e le bambine a catechismo. E sicuramente frequentano il catechismo i bambini/e che non chiedono l'esonero per l'ora di religiona cattolica.
Io trovo molto bello invece lo spiegare che rispetto, onestà, eticità ecc. non derivano da un'appartenenza religiosa ma da un modo porsi verso gli altro.
Gentile Donatella,
Gentile Donatella,
nella religione cristiana, come penso in ogni altra forma di credo, il rispetto, l'onestà, l'eticità, ecc, sono intrinseci e quando dico che è proprio nel conoscere meglio( senza preconcetti ;) )il proprio credo intendo proprio questo. Troppe volte la posizione contro il cattolicesimo è collegata alla chiesa come istituzione; il riprendere in mano il catechismo o/e il Vangelo, da adulti, aiuta a vedere con occhi nuovi ( non fette di salame :D ) la figura di quel Gesù che ancora oggi a 2000 anni di distanza ha ancora qualcosa da dire.
Grazie per la cortesia della sua risposta
Però
Io non ho detto che tali valori non siano proprio della religione cattolica. Ho solo detto che si può avere propri questi valori pur non essendo cattolici. E credo che l'insegnamento di tali valori possa prescindere dall'insegnamento religioso.
Non essere credenti non vuol dire avere fette di salame ma aver fatto scelte diverse. Rispetto vuol dire anche rispettare chi la pensa diversamente. Io rispetto il suo credo e mi fa piacere che venga rispettato il mio credere in valori laici.
Mi scuso per il ritardo della
Mi scuso per il ritardo della risposta ma non sempre mi "connetto".
Mi dispiace l'acredine creatisi, non volevo di certo sollevare chissà quale discussione, ma può essere comprensibile visto che non si può sentire il timbro di voce col quale si parla. Le fette di salame erano riferite a come sono visti i cattolici da una parte di persone non credenti( avevo messo la emoticon ridente proprio perché pensavo di ovviare all'eventuale malinteso. Mi spiace, non ci sono riuscita). Per quanto riguarda il rispetto reciproco, le assicuro che nella mia famiglia, e quindi me in prima persona, ce n'è molto avendo un cugino musulmano ed una nipote shintoista! Purtroppo vedo che nonostante si cerchi di dire la propria, talvolta diversa da quella che può essere opinione comune, non si è molto capiti, ma, ripeto, penso sia solo una questione di "scritto" e non "parlato" .
Ma no Giovanna, nessuna
Ma no Giovanna, nessuna acredine, si discute. Io ovviamente parlo per me, comprendo che ci sono tante persone che non hanno rispetto per le altre, che sia verso i cattolici, o verso gli stranieri, o verso le donne o verso gli omosessuali ecc. Purtroppo sono tante, ma io sono felice di non essere tra quelle. E' che spesso mi capita di sentire fare dai cattolici delle considerazioni volte a dire che chi è credente è solidale, nutre rispetto, è aperto agli altri, come se questa fosse prerogativa dell'essere cattolici. Volevo solo dire che porso in un certo modo rispetto agli altri non dipende dalla fede, o meglio, non solo dalla fede, ma dal nostro essere persone.
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