Nonno Gilio.

 

C'era una volta... nello stesso paese di nonno Tonino, un altro vecchietto di nome Gilio, che viveva in una bella casa con un lungo balcone di legno e tante piccole finestrelle e con un glicine profumato nel giardino.

Questo signore magrolino e con una faccia da furbetto aveva ben dieci nipoti: il più piccolo di due anni, il più grande di diciotto e quando tutti si riunivano a casa sua c'era una gran confusione.

Un giorno nonno Gilio, che aveva passato tutta la vita a progettare case e non sapeva fare niente altro così bene, neppure avvitare una lampadina, decise di occuparsi di tutti quei nipoti per lasciar riposare la sua sposa, che per sfamarli tutti quanti passava ore ed ore in cucina accanto ai fornelli.

L'impresa si prospettava parecchio difficile: cosa mai si può far fare ad una banda come quella per tenerla occupata un giorno intero?

Nonno Gilio si mise il vestito bello, quello color carta da zucchero e le scarpe buone e decise di portare tutti i nipoti nel suo vecchio ufficio, chiuso ormai da parecchi anni.

Entrati là dentro dovettero farsi largo tra centinaia di rotoli di vecchi progetti, tolsero le ragnatele dal traballante tecnigrafo, soffiarono via la polvere e scacciarono un grosso ragno che si era fatto la casa tra le righe e gli scalimetri.

I nipoti erano molto eccitati per questa brillante alternativa alla play station e volevano sapere quale strana idea stesse frullando nella testa del loro nonno.

Furono presto accontentati, preso in mano il suo vecchio rapido nonno Gilio disse ai ragazzi: “Dove vi piacerebbe abitare? Spiegatemi come vorreste la vostra casa e io farò il progetto!”

Tutti e dieci cominciarono a parlare contemporaneamente: “Partiamo dal giardino nonno... deve essere immenso... con tante fontane... e fiori coloratissimi... e un grosso frutteto... non dimenticare le stalle per gli animali...”.

Il nonno cominciò a disegnare e progettare e la sua mano correva veloce e sicura sul lucido.

Erano tutti così presi da questa avventura, che non si accorsero nemmeno di essere entrati tutti e dieci, più il nonno dentro al disegno.

Correvano felici nel grande giardino, che era esattamente come l'avevano immaginato e descritto e poi entrarono dentro al grande palazzo. C'erano più di mille stanze, tutte allegramente arredate e collegate tra loro da lunghi scivoli, passaggi segreti e tanti trabocchetti. Il nonno li guardava incredulo, ma estasiato e continuava a pensare: “Questo è decisamente il mio più grande progetto!”

I ragazzi si chiamavano da una stanza all'altra, dal giardino e dalle stalle, non riuscivano a fermarsi, così presi dalle tante cose belle che scoprivano in ogni angolo di quel fantastico palazzo.

Quando il nonno sentì battere le sette dal vecchio campanile della chiesa disse ai nipoti: “Svelti ragazzi, la nonna ha pronta la cena e ci sta aspettando, dobbiamo tornare a casa!”

Tutti e dieci i nipoti stanchi, ma felici aiutarono il nonno a richiudere l'ufficio e insieme a lui si avviarono verso casa.

“Dove siete stati tutto il giorno?” chiesero i genitori dei bambini.

“Nel pa… palazzo dei so… sogni!” rispose il più piccolino dei nipoti.

“Cos'è? Un'altra idea balorda del nonno?” pensarono a voce alta i quattro figli del nonno, generi e nuora.

“Proprio così!” rispose lui strizzando l'occhio con complicità ai dieci nipoti.

Inutile spiegare a dei genitori la magia di un progetto, non potrebbero mai capire!

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