“Arcobaleno”
storia e disegni di Martina Masaya
Manfont, 2019
(8 – 9 – 10 anni)
graphic novel
In principio c’erano Cielo e Terra.
Il Cielo e la Terra si innamorarono e decisero di creare un mondo dove potessero vivere in armonia con i propri figli.
I figli del Cielo e della Terra erano molti, ma il primogenito era il loro preferito, si chiamava Tempesta.
Tempesta faceva molto bene il suo lavoro (spaventare le nuvole e far piovere) e tutti erano molto orgogliosi di lui ma, secolo dopo secolo, il suo operato diventò abitudine.
Tempesta alla fine decise di isolarsi dal mondo.
Ed è qui che troviamo Tempesta, un gigante dalla pelle azzurra in un nascondiglio che lo sottrae dalla vista di suo padre, di sua madre e di sua sorella (fratello?) Uragano.
Tempesta è scomparso e, il mondo creato fino a quel momento, comincia a risentirne, anche i primi uomini si accorgono del cambiamento climatico: Sole sta diventando sempre più caldo e le greggi di nuvole che sono gonfie d’acqua senza Tempesta non possono far piovere.
Tutte le nuvole… tranne una.
Una piccola nuvola con le lentiggini a forma di stella viene risucchiata da un vento che soffia forte. Quel vento la porta al nascondiglio segreto di Tempesta.
Tempesta è disperato: sa che tutti lo stanno cercando, ma non ha nessuna intenzione di tornare al suo posto nel cielo che appartiene a suo padre.
Ma Tempesta è anche il più potente di tutti e, se manca lui, il ciclo naturale di ogni cosa si blocca.
La piccola nuvola in principio è spaventata dal grande e potente figlio del Cielo e della Terra, poi lentamente fa breccia nel suo cuore facendo appello alla sua unicità…
Ma l’arcobaleno del titolo a cosa si riferisce? Non posso svelarvelo, perché si scopre solo alla fine della storia!
Una deliziosa graphic novel dai colori pastello che parla di diversità, ma anche di cambiamenti (interiori e climatici). Una visione un po’ diversa su come si è formato il mondo così come lo conosciamo, con tutti gli elementi al loro posto, tutti tranne uno, Tempesta, che si interroga sul suo ruolo e sulla sua utilità: a cosa serve ripetere all’infinito la stessa azione se poi viene data per scontata? A cosa serve saper governare l’acqua e le nuvole se a nessuno importa più?
Eppure l’assenza di Tempesta fa solo danni ed è più rumorosa di un temporale.
Un racconto perfetto dove la rappresentazione grafica dei personaggi è veramente unica, proprio come i dialoghi fra Tempesta e la piccola nuvola. Un altro albo creato da Martina Masaya, una poliedrica autrice veronese laureata all’Accademia di Belle Arti.
Della stessa autrice potete anche leggere:
“Giacinto” (Manfont, 2016)
“Agape” (Manfont, 2017)
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